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Mi metto nei miei panni

racconto autoreferenziale e narcisista con Valentina Acca
drammaturgia di Antonio Calone e Valentina Acca dai diari dell’interprete

Nel 2004 Agota Kristof scrive l’Analfabeta un breve racconto autobiografico.
In poche pagine l’autrice prende la sua vita, la guarda da lontano, e con alcune pennellate essenziali ne traccia un’immagine secca e tagliente. 

Partendo dal testo della Kristof, ho nutrito il mio lavoro d’attrice a partire dai diari scritti con regolarità da me stessa da quando avevo 10 anni. Pian piano questa scrittura “interna” ha preso il sopravvento su quella “estranea” che mi proponevo di affrontare, rivelandosi più autentica, e in definitiva più efficace. 

Così, con la preziosa collaborazione di Antonio Calone abbiamo deciso di giocare a carte scoperte, svelando senza artifici il meccanismo del confronto tra due scritture che ci rimandano a due vissuti, due epoche, due mondi lontani, cercando di dare corpo e respiro a quelle sensazioni che sono la materia dei salti temporali, del non detto, dei collegamenti tra scorci di vita lontanissimi nel tempo e che tuttavia si sistemano l’uno accanto all’altro quando qualcosa muove il ricordo. 

Per stare al mondo, per tenere salda la propria identità, esiste una via d’uscita:

scrivere e recitare.